Luca Massimo Barbero e Philiph Rylands cittadini onorari di Vercelli
3 Mar
Ai due artefici delle mostre delle collezioni Guggenheim realizzate nell’Arca il ringraziamento di tutta la città. Da oggi la mostra “I giganti dell’Avanguardia: Mirò, Mondrian, Calder e le collezioni Guggenheim” è aperta al pubblico. Questa mattina in visita il cardinale Giuseppe Versaldi e il ministro Renato Balduzzi
(c.c.) A Luca Massimo Barbero e a Philiph Rylands, curatore delle mostre delle collezioni Guggenheim il primo, direttore della Peggy Guggenheim Collection di Venezia, il secondo, la Città di Vercelli ha conferito la cittadinanza onoraria. Il consiglio comunale, all’unanumità, ha votato il provvedimento nel dicembre scorso e l’ufficialità dell’atto è avvenuta ieri, al momento dell’inaugurazione della quinta mostra vercellese, “I giganti dell’Avanguardia: Mirò, Mondrian, Calder e le collezioni Guggenheim” ospitata fino al 10 giugno nell’Arca di San Marco.
Sia Rylands sia Barbero hanno accettato con orgoglio questa attestazione di stima che Vercelli havoluto tributare loro ringraziandoli per quanto hanno fatto. Rylands, in particolare, si è detto molto contento dell’unanimità della decisione, «perché se no – ha sottolineato con tipico humor ingese – avrei dovuto guardarmi da chi aveva manifestato dissenso». Già calato nella sua nuova condizione, invece, Luca Massimo Barbero che, nel raccontare la visita fatta poche ore prima agli affreschi di Gaudenzio Ferrari in San Cristoforo, ha evidenziato quanto sia bella e quanto sia ricca di opere d’arte «la nostra Vercelli».
Da questa mattina la mostra è aperta al pubblico; tra i primi visitatori “illustri” il cardinale Giuseppe Versaldi e uil ministro della Sanità Renato Balduzzi.
A Dario Casalini la presidenza onoraria della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli
3 Mar
Gli è stata conferita nel corso di una cerimonia svoltasi questa mattina nella sala del Trono dell’arcivescovado. Presenti, per l’occasione, il card. Giuseppe Versaldi, in passato membro del comitato di indirizzo della Fondazione e il ministro Renato Balduzzi
(c.c.) Un titolo onorifico, ma che ha un significato che va ben al di là dell’attestazione che racchiude. La Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, oggi presieduta da Fernando Lombardi, ha voluto conferire la presidenza onoraria al suo fondatore, Dario Casalini, da due anni alle prese con gravi problemi di salute conseguenti all’infortunio che lo colpì mentre stava visitando gli affreschi appena restaurati e riportati alla luce nell’ex chiesa di San Marco. «Un atto dovuto – hanno ricordato prima Lombardi, poi il sindaco Andrea Corsaro agli invitati nella sala del Trono dell’arcivescovado – nei confronti di chi ha sempre voluto il bene della Fondazione e del territorio». Continua >
Mirò, Calder e Mondrian, tre “giganti” dell’Avanguardia in mostra a Vercelli
2 Mar
«Questa quinta mostra delle Collezioni Guggenheim a Vercelli – spiega il suo curatore, Luca Massimo Barbero – intende ripercorrere l’iter artistico di tre protagonisti assoluti della storia dell’arte del XX secolo ricostruendone in modo puntale ed esaustivo il cammino artistico, dagli esordi alla maturità e celebrità». Il percorso della mostra raccontato dallo stesso Barbero
La mostra si apre con l’opera di Piet Mondrian (1872 – 1971), artista universalmente riconosciuto tra i pionieri dell’astrazione e padre della ricerca sul Neoplasticismo. Le opere esposte ricoprono un arco temporale che va dal 1902 al 1938, creando un percorso cronologico unico, che conduce lo spettatore, passo dopo passo, attraverso la maturazione creativa dell’artista olandese.
Se Boschetto di salici vicino all’acqua, albero in primo piano a destra (1902-4) richiama una pittura naturalista erede della tradizione olandese, le opere tra 1908 e 1911 si nutrono di suggestioni postimpressioniste, simboliste ed espressioniste: influssi che ne schiariscono e accendono la tavolozza, come in Faro a Westkapelle (1908), e si coniugano a un’approfondita conoscenza della teosofia, dottrina misterica che si colloca tra filosofia, religione e scienza, come in opere quali Metamorfosi (1908) e Calla (1908-9). In Estate, Duna in Zelanda (1910), le forme del paesaggio marino sono semplificate, tradotte in zone di colore piatto e antinaturalistico, senza presenza umana, come se le forze eterne della natura tendessero all’unità degli opposti (terra e mare, spirito e materia). Nell’inverno 1911–12 l’artista si trasferisce a Parigi, portando le sue opere a un processo di semplificazione compositiva e cromatica: un’evoluzione che emerge in tutta la sua evidenza nell’accostamento di Natura morta con vaso di zenzero I (1911) e Natura morta con vaso di zenzero II (1911-12), riflesso, una accanto all’altra, del chiaro passaggio verso l’astrazione attraverso la scomposizione geometrica cubista. Iniziano a comparire toni ocra, azzurri e rosa, che anticipano il suo spostamento verso i colori primari, le griglie di linee nere si spezzano in tratti incrociati. Continua >