L’agrifoglio, da sempre beneaugurante, è per tradizione legato al tempo del Natale e dell’inverno. Al pari del vischio connota questo periodo di festa. Lo notiamo carico di bacche nei giardini, nelle piante in vendita nei garden, nei rami utilizzati nelle composizioni. Pianta spinosa, l’agrifoglio, per la capacità di conservare anche durante l’inverno foglie dal colore brillante e frutti fiammeggianti, è stato eletto a simbolo della vita che resiste e prospera anche nei tempi difficili. Valenza più che mai attuale. I romani lo piantavano presso le case per tenere lontano gli spiriti maligni, i germani lo raccoglievano carico di frutti per adornarne le case in onore delle divinità silvane, nel tempo della cristianità conservò tale valenza di protezione e buon auspicio fondendosi con la tradizione del Natale. Nel giorno della Vigilia, già dall’antichità, si appendeva nelle case e nelle stalle. L’agrifoglio è nella nostra esperienza quotidiana un arbusto ornamentale da giardino di dimensioni contenute, ma, lasciato libero di crescere, può raggiungere i dieci metri di altezza mentre più rari sono i soggetti monumentali alti fino venti-venticinque metri. E, sorpresa per molti, è pianta spontanea da bosco, come possiamo ammirare all’Oasi Zegna in tanti luoghi, dalla Cascina Caruccia nei pressi della Conca dei Rododendri fino alla zona dell’Alpe Moncerchio.